giovedì 5 marzo 2015

metal gear solid guns of patriot, una pagina

Traduzione di una sola pagina dall'inglese dal libro Metal Gear solid Guns of Patriots

Tre giorni prima, aggiornai Snake sulla sua ultima missione.
Le lame delle eliche del mio elicottero sovrastavano il cimitero, la forte corrente spingeva il tappeto di fiori in una folle danza.
Scesi dall'elicottero antterrando nel bianco campo delle virtuose Stelle di Betlemme e camminai verso Snake, che rimaneva immobile di fronte ad una delle tombe.
Le tombe appartenevano a guerrieri di cui nessuno mai parlava - quelli che erano stati condannati per crimini di guerra, coloro le quali memorie,
per qualche ragione, erano state tutte cancellate.
Più di qualche soldato considerava alcuni di loro come degli eroi.
Snake mi dava le spalle, e non parlava ad alta voce, ma il suo borbottio basso e potente si udì chiaramente nonostante il rumore delle eliche.
"Otacon, persino i morti hanno orecchie"
"Snake, dobbiamo andare"
Si voltò, squadrandomi con uno sguardo dubbioso. Gli risposi. "Un vecchio amico ti sta aspettando nell'elicottero"
Mi seguì attraverso la fila di lapidi. Poi, disse solo " I risultati del test..."
La mia risposta rimase intrappolata in gola. Certo, sapevo di cosa chiedeva.
Avevo pensato e ripensato al modo in cui parlarne con lui, ma non avevo ancora idea di cosa avrei dovuto dire.
Iniziai con i fatti scientifici. Provai ad esporli nel modo più obiettivo possibile.
"L'analisi proteomica è positiva. Ma l'analisi dell' mRNA è negativa.La pelle raggrinzita, le arterie indurite... I tuoi sintomi di
invecchiamento precoce sono tipici della sindrome di Werner. Ma nessuno dei test è riuscito a indicarne la causa"
"E allora?"
Snake voleva colpire il cuore della faccenda- la dolorosa fine che attendeva il suo corpo.
Non era spaventato. Vedeva il suo corpo morire, e lo accettava. Aveva anche accettato di non essere umano, di non essere
neanche nato secondo natura.
Fin dal principio, aveva apparentemente accettato il fato che attendeva il suo corpo da clone.
Ero io, quello che non poteva accettarlo.
"Beh... a giudicare dall'avanzamento dell'invecchiamento, direi che..."
La mia voce si spense. Snake aspettava che continuassi. Dovevo dirglielo. Dovevo dirgli la verità. Era pronto ad ascoltarla, da fin troppo
tempo ormai.
Ma la gola si era bloccata, dalla tristezza e paura che provavo. Aprii la bocca, ma non emisi suono. Invece, avvertii le lacrime salirmi agli occhi.
"Un anno, nelle migliori delle ipotesi?"
La mia replica suonò vuota. "Già.."